CENERE di Grazia Deledda

Progetto di ricerca “Dalla Letteratura al Teatro”.
Tre spettacoli per Michele Lamberti.

 

Una storia fatta di odori e di sensi di un corpo che cerca di ricomporre i tasselli di una esistenza frantumata.

Il giovane Anania, abbandonato dalla madre Olì in tenera età, trascorrerà gran parte della sua gioventù, alla ricerca di quella madre che, per necessità, ha dovuto disfarsi di un fardello troppo pesante e al quale non avrebbe potuto garantire alcuna forma di sussistenza. Il giovane segue le tracce odorose, il suo istinto, come un segugio con la sua preda, attraversando il pianeta selvaggio e quello civilizzato, trasportandosi dalla realtà periferica del mondo civile a quella centrale, cittadina, dove tutto è in movimento e dove questo movimento, a sua volta, muove le cose, le esistenze e ne determina anche la sorte. L’ostinazione di un figlio che vuole sua madre non più come entità assente nella propria vita, condurrà il suo peregrinare fin sulla soglia del parossistico desiderio di morte che si rifletterà tutto sul corpo vecchissimo e sterile della madre, ossia il suo difficile calarsi in un presente che è solo polvere. 

 

CENERE di Grazia Deledda

Progetto di ricerca “Dalla Letteratura al Teatro” - Tre spettacoli per Michele Lamberti

Aiuto regia Federico Gobbi

Costumi Silvia Cramarossa / Audio e luci Marco Silvani / Foto di scena Giovanni Scelpio

Documentazione Maria Panza

Per la lingua sarda Rita Branca / Per la lingua tedesca Vanja De Rita e Domenico Mugnolo

Regia Andrea Cramarossa

Casa Madre Teatro delle Bambole

Con il sostegno di Diesis Teatrango e MAT – Movimenti Artistici Trasversali


IL CASTELLO
Progetto di ricerca: "Dalla Letteratura al Teatro".
Omaggio a Italo Calvino.

Un viaggio letterario e visionario in una sensibilità d’immaginazione immaginata lungo il sentiero di secoli di preveggenza, di misteri, di labirintiche e tortuose analogie tra l’irrisolto umano e l’adulta ipertrofia di un mondo immaginario. Si scoprono così, attraverso le opere di Italo Calvino, le mille possibilità del vagare tra i labirintici corridoi della fantasia letteraria alla ricerca della soluzione ai rebus combinativi delle narrazioni, bivi continui con conseguenti, infinite, soluzioni, invenzioni, diremmo, così stimolanti per chi voglia avventurarsi nel cosmo inatteso e precipitato della combinazione di eventi.

Il Castello vuol essere un omaggio, dunque, al famoso scrittore italiano, pur non ispirandosi da alcuna sua opera in particolare, vuol prendere in prestito l’amore per la sperimentazione, la scrittura, forse, un po’ fine a sé stessa, un rimando continuo all’avventurosa voglia di trasgressione, l’amore conciliante per i pensieri lambiccanti. Restare dentro un movimento circolare e vorticoso, come a volersi friggersi il corpo su un rovente crogiolo, per poter scoprire, amorevolmente, la passione totalizzante per la leggerezza.

 

Recensioni:

Adele Porzia

Gianfranco Morisco

Manuela Bellomo

Beatrice Zippo

 

IL CASTELLO di Andrea Cramarossa

(Progetto di ricerca: “Dalla Letteratura al Teatro”)

Omaggio a Italo Calvino.

Con: Giovanni Di Lonardo, Rossella Giugliano, Federico Gobbi, Pierpaolo Vitale.

Regia: Andrea Cramarossa.

Casa Madre: Teatro delle Bambole.



LA MITE
dall’omonimo racconto di Fëdor Michajlovič Dostoevskij
Guarda il video del trailer

L’ostilità e l’avversione di Dostoevskij verso ogni tipo di spiegazione logica, psicologica o sociologica rispetto agli avvenimenti che si verificano dentro e fuori l’animo umano, è ben nota e nel racconto “La mite”, tale disposizione mentale si manifesta esemplarmente e grandemente per lasciare spazio ad una concezione tragica e un significato filosofico dell’essere umano e del suo mondo. La protagonista della storia, la mite del titolo, si trova a raccontarsi per bocca d’un marito che non si dà pace, mentre resta proprio lì, nei pressi di quei due tavoli da soggiorno avamposti d’un ozio in spregio ad una luna di miele mia celebrata e sempre agognata, sperata, declamata. Tante domande senza risposte, una ad una in schianto contro lo sguardo di “severa meraviglia” che ha dissolto il loro amore di marito e di moglie, sposi per “caso” e per “istanti”, adoranti del corpo dell’altro in tempi asincroni, assieme all’insostenibile spazio lasciato inabitato dalla moltitudine di parole stracciate e appese nell’atrio d’una taciuta vergogna: l’inutile tormento d’un arrogante silenzio.

 

Recensioni:

Beatrice Zippo

Franco Acquaviva

Lavinia Laura Morisco
Dalila Bellacicco

Gianfranco Morisco

Emilia Brescia

Italo Interesse

LA MITE - dall’omonimo racconto di Fëdor Michajlovič Dostoevskij
Canto della scena: Federico Gobbi
Canto delle vesti: Silvia Cramarossa
Canto delle dinamiche di palco: Sebastiano Pirillo
Canto delle videovisioni: Zerottanta Produzioni
Canto delle relazioni: Fabio Zerbinati
Canto della documentazione: Maria Panza
Canto dell’adattamento del testo, allestimento e regia: Andrea Cramarossa
Casa Madre: Teatro delle Bambole



Foto: Roberta Gennaro
Foto: Roberta Gennaro

IFIGENIA - SUA FIGLIA

Liberamente ispirato a “Ifigenia in Aulide” e (in sospensione) “Ifigenia in Tauride” di Euripide.

Riscrittura e cura della drammaturgia moderna:

Andrea Cramarossa.

Il tradimento di Agamennone, ossia l’inganno attuato dal padre nei confronti della figlia, è una deflagrazione nei corpi di Ifigenia e di Clitemestra, ma anche di Achille e di Oreste e di Elettra. Cosa accade nel corpo di Ifigenia esattamente? Quali parole sovvertono il movimento interiore che, fino a quel momento, ha determinato l’esistenza della figlia del Re dei Re? Cosa e come cambia il suo essere in quel breve tempo che la separa dalla morte, lei che non sa che verrà presa in custodia dalla dea? Ifigenia sostituisce parole, crea, per sé, una nuova sintassi, delle nuove regole grammaticali e sonore per rendere plausibile la fine della sua esistenza.

Il peccato originale, quello della nascita di un ideale, la sua perseveranza nelle azioni e delle dinamiche oblique e storte dell’umanità che vive, è l’attrazione infantile ed erotica per la calligrafia, l’incestuosa assenza del divino.

 

IFIGENIA – SUA FIGLIA

Partitura, regia e interpretazione: Andrea Cramarossa

Aiuto regia: Federico Gobbi.

Casa Madre: Teatro delle Bambole.

 

Recensioni:

Guido Valdini - La Repubblica

Silvia Maiuri - Il Pickwick



LIBERTÀ  A BREMA di Rainer Werner Fassbinder
Adattamento e regia: Andrea Cramarossa

 

“Libertà a Brema” (“Bremen Freiheit”), è il titolo di un film per la TV del 1972, scritto e diretto dal regista e drammaturgo tedesco Rainer Werner Fassbinder. 

La pièce teatrale narra le vicende squisitamente legate alla protagonista, Geesche Gottfried, donna come tante in quel periodo vessate e sottomesse alla soffocante cultura maschilista. La parola dell’uomo prevale su quella della donna e solo esso ha il diritto di pensare, desiderare, muovere e compiere azioni nella società. La donna è relegata nei ruoli di moglie e madre, unici consentiti e per i quali, con abnegazione, essa deve votare la propria esistenza.

 

LIBERTÀ  A BREMA di Rainer Werner Fassbinder
Adattamento e regia: Andrea Cramarossa

Con: Emilia Brescia, Federico Gobbi, Ilaria Ricci e Caterina Rubini

Allestimento: Andrea Cramarossa

Costumi: Iole Verano - Puppets: Federico Gobbi

Adattamento e regia: Andrea Cramarossa

 

Recensioni:
Libertà a Brema... con delitti

Gianfranco Morisco - PugliaIn.net

La bellezza teatrale della crudeltà

Manuela Bellomo e Paolo Cilfone - PugliaEccellente



PSICOSI DELLE 4 E 48 di Sarah Kane
Uno spettacolo di Andrea Cramarossa.
Il celebre monologo scritto da Sarah Kane ed interpretato, per la prima volta, da un attore.

 

Nel buio, la protagonista, si muove, si contorce, crede di colloquiare con altre persone, crede di poter allontanare da sé quel morbo che nell’insoddisfazione dell’inadattabilità, la sta conducendo alla fine del suo cammino che si concluderà in una notte, alle 4 e 48 in una dolce oscurità. 

Attraverso la dissoluzione dell’arte (scenica), l’antimateria, ecco che prende forma la vera e possente rappresentazione dell’angosciante vita della protagonista, paure incontrollabili le cui ombre oscurano ogni spazio possibile. 

 

PSICOSI DELLE 4 E 48 di Sarah Kane

Uno spettacolo di Andrea Cramarossa

Regia e interpretazione: Andrea Cramarossa

Luci e fonica: Federico Gobbi // Costumi: Iole Verano

 

Recensioni:

Sarah Kane, il dolore dell’abbandono nella prigione della vita

Antonio Grieco // CantoLibre
Psicosi delle 4 e 48, il Teatro delle Bambole trafigge col dolore
Mara Auricchio // Il Chaos
Psicosi senza rappresentazione
Fulvio Padulano // Il Pickwick
Psychosis al buio totale
Nicola Viesti // Hystrio
La Psicosi si scioglie in un battito d'ali
Italo Interesse // Quotidiano di Bari
'Psicosi' a Bari, un viaggio nella lucentezza notturna
Teresa Conforti // Puglia



Recensione di Valentina Nuzzaci
Recensione di Valentina Nuzzaci
Recensione di Mario C. Gualersi
Recensione di Mario C. Gualersi

IL FIORE DEL MIO GENET
Spettacolo itinerante tra i bassifondi dell’anima.
Progetto di ricerca: “La lingua degli insetti – Cofanetto 6: Farfalle”.
Guarda il video del trailer

“Il fiore del mio Genet” è un ricordo, un omaggio, una riflessione sulla poetica estremamente poetica, un ingaggio delle anime perdute, del mondo melmoso e puro di Jean Genet. Due attori si muovono nelle dimensioni della sacralità e del ladrocinio, della mendicità e della santificazione. Due figure iconoclastiche, ora regali uccelli conquistatori, ora marinai che raccontano, ora feroci assassini, ora venditori di corpi. Stare con Genet, significa stare dalla parte di chi non è stato ascoltato, di chi ha avuto la maledizione di un destino duro fin dalla nascita, perduto da un “passaggio” ad un altro, da un genitore ad un altro… Perduto, sì, in una eco infinita di pensieri che nessuno vuole condividere.    

 

Dal non – luogo il poeta è passato e ha lasciato una traccia: due ladri. Due che, come lui, hanno imparato a vendere sé stessi e a rubare, a pregare e a uccidere, a fuggire e a restare.  Il poeta è stato troppo poco tempo, forse, con loro, è stato graziato ed è andato via. Hanno imparato il verso della poesia, hanno imparato a dirle, le poesie.  Non aspettano il suo ritorno, sanno che non tornerà, sanno che dovranno cercarlo anche loro, lasciando quella piccola casa colma di ricordi indigesti, dimenticando il loro patto e la loro reciproca assenza.

IL FIORE DEL MIO GENET - Spettacolo itinerante tra i bassifondi dell’anima

Drammaturgia: Andrea Cramarossa

Attori in scena: Federico Gobbi e Domenico Piscopo

Costumi e sartoria: Silvia Cramarossa

Maschere: Luigia Bressan

Allestimento e regia: Andrea Cramarossa

Produzione: Teatro delle Bambole

col sostegno di CEA Masseria Carrara, Collinarea Festival, LUCCICA – Festival delle Arti e Comune di Bari – Assessorato alle Culture, Turismo, Partecipazione e Attuazione del Programma.
Progetto di ricerca: “LA LINGUA DEGLI INSETTI – Cofanetto 6: Farfalle”.
 
  

 

Recensioni:

L’immortalità leggendaria

Michele Pascarella // Gagarin Magazine

Dalla parte degli ultimi
Nicola Delnero // paper street
Il fiore del mio Genet
Emilio Nigro // HYSTRIO.
Scandaloso Genet: il Teatro delle Bambole omaggia un autore scomodo
Paolo Crespi // Milano Weekend.
Il fiore del mio Genet
Chiara Palumbo // Modulazioni Temporali.
la tormentata convivenza tra il bene e il male.

Dino Cassone.
Genet, santo subito.

Italo Interesse // Quotidiano di Bari.

Il Fiore del mio Genet.

Emilia Brescia // Puglia Eccellente.
"Il Fiore del mio Genet” e le grandi emozioni dell'anima.

Maria Caravella // La Gazzetta Meridionale.
Jean Genet raccontato da Andrea Cramarossa
Gianfranco Morisco // Puglia IN
Tra i bassifondi dell'anima
Maresa Galli // NT Notizie Teatrali



SE CADERE IMPRIGIONARE AMO
Suggestioni dal respiro di una crisalide

Progetto di ricerca:

“La lingua degli insetti – Cofanetto 5: Blattidae e Lepidotteri”.

“Se Cadere Imprigionare Amo” è stato presentato in anteprima assoluta all’ultimo Festival Fabbrica Europa, nel progetto “Era delle Cadute” presso il Teatro Era di Pontedera (PI). Nel mese di Giugno 2014 e dal 14 al 17 Aprile 2015 il processo creativo dello Spettacolo si è arricchito ulteriormente per le residenza presso il Teatro comunale Lari (PI) all’interno della programmazione della Rassegna “RossoScena”.

Lo Spettacolo parla dell’amore, dei sentimenti, delle relazioni sociali e dei meccanismi e delle dinamiche che ci tengono “legati”, per nostra volontà o contro il nostro volere. Dall’incesto alla pedofilia, dall'innamoramento alla schiavitù, dall’antropofagia alla solitudine, ciascun personaggio vive la propria realtà portando con sé un segreto che solo il pubblico potrà svelare.

Il gruppo di ricerca teatrale Teatro delle Bambole è all’opera per dare dignità a questo progetto che ha avuto una gestazione di due anni. Nella gratitudine della bellezza.

È in fase di elaborazione una raccolta di tutto il processo creativo.

 

Prima apertura: Pontedera (PI), Giugno 2014 – Teatro Era

Seconda apertura: Roma, 21 Maggio 2015 – Teatro dell’Orologio
Debutto: Bari, 27 Febbraio 2016 – Teatro Duse

 

Lo Spettacolo nella stagione 2015/2016 ha poi avuto repliche a Bari (Teatro Duse), Lari (Teatro Comunale), Torino (Teatro CAP10100) e Milano (Teatro Spazio Tertulliano).
A Novembre lo Spettacolo è stato accolto al Love Sharing, Festival di Teatro non violento di Cagliari.

 

SE CADERE IMPRIGIONARE AMO
Canto della scrittura: Andrea Cramarossa
Canto attoriale: Silvia Cuccovillo, Federico Gobbi, Domenico Piscopo
Canto delle luci e della musica: Vincenzo Ardito
Canto dei costumi e della sartoria: Silvia Cramarossa
Canto delle meccaniche di palcoscenico: Francesco Martone

Genere: Surreale – teatro danza – teatro di ricerca / Durata: 70’ circa
Canto della regia // Amore nell’allestimento: Andrea Cramarossa 

 

Rassegna stampa:
La pronuncia simbolica dei corpi
Fernando Marchiori // www.ateatro.it

Uomini, insetti e degradazione
Michele Di Donato // Il Pickwick
Teatro delle Bambole: che scoperta!

Michele Pascarella // Gagarin Magazine

L’orrore quotidiano e la civiltà del malessere

Antonio Grieco // Napoli Monitor

Se cadere imprigionare amo: la lingua degli insetti e la famiglia.

Francesco Bove // L'Armadillo Furioso

Teatro delle Bambole: la poetica della resistenza

Emilio Nigro // Ruorscena

Se Cadere Imprigionare Amo

Angela Villa // Dramma.it



La Gazzetta del Mezzogiorno
La Gazzetta del Mezzogiorno

FALSE HAMLET // Opera teatrale in Fa maggiore

Liberamente ispirata a “Amleto” di William Shakespeare

Progetto di ricerca:

“La lingua degli insetti – Cofanetto 7: Lampyridae”.

 

“False Hamlet”, come destreggiarsi nella finzione, come percepire la realtà. Forse. L’imperatore del dubbio vive la sua perenne incertezza dell’esistere, frastornato dalle richieste dell’essere. Amleto ed Ofelia si ritrovano faccia a faccia in una stanza, una zona franca, dove si dicono tutto quello che pensano l’uno dell’altra. Una sorta di “sfogo”, un continuo recriminare ma anche il monologo d’un fiume in piena dell’uno e dell’altra persona, cercando sotto i tappeti, la fine del loro amore.

Il linguaggio utilizzato è quello che si basa su una narrazione che intervalla lunghi monologhi a sofferti dialoghi; i due personaggi, Amleto ed Ofelia, si destreggiano in un terreno sirtico di difficile navigazione, passando attraverso le indicibili sofferenze della confessione. Il testo è originale ed è ispirato a “Amleto” di Shakespeare, Atto III, Scena I; alcuni frammenti del testo originario, faranno da contraltare alla spudorata finzione della realtà, fino a non comprendere più dove sia il testo del bardo e la sua rappresentazione e dove la finzione vera e propria, in una traduzione che più della parola riguarda l’anima. Nella drammaturgia, verranno proposti passaggi in lingua inglese e in lingua francese; tale scelta deriva dall’esigenza del viaggio e dello spostamento semantico della falsità proposta. Nella messa in scena, si alterneranno video che verranno proiettati coi due protagonisti atti a decifrare scene di vita quotidiana e dove i personaggi saranno spettatori degli attori in scena.

La scelta delle luci ricadrà sulle solite allegorie luminose dei chiaroscuri tipiche della Ricerca del Teatro delle Bambole.


Presentato nel mese dedicato a Shakespeare del  Comune di Bari in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese.

FALSE HAMLET
Con: Isabella Careccia e Federico Gobbi
Costumi: Silvia Cramarossa - Foto di scena: Maria Panza
Plancia di ripresa: Zerottanta Produzioni - Sguardo tecnico: Nicola Santamato
Drammaturgia e regia: Andrea Cramarossa

Recensioni:

"False Hamlet"
Paola Teresa Grassi // Shakespearean Tales

"False Hamlet: Teatro delle Bambole e l'Opera in Fa maggiore di Shakespeare"
Paola Teresa Grassi // Krapp's Last Post

False Hamlet: un bell’Amleto (im)possibile al Teatro Duse

Gianfranco Morisco // PugliaIn

"False Hamlet Opera Teatrale in Fa maggiore"
Emilia Brescia // Puglia Eccellente

"Amleto e Ofelia, niente è finito".
Italo Interesse // Quotidiano di Bari



MEDEA – Sintesi per quattro respiri
Progetto di ricerca: “La lingua degli insetti – Cofanetto 8: Ditteri”.    

 

Liberamente ispirato a “Medea” di Euripide.

Medea, mito perenne ed eterno, indigesto alla sua contemporaneità, resta folle e isolato nell’incalzare del tempo.

Medea, nel suo Primo Respiro (“Medea – Quel lungo respiro sul lago”) ha vissuto una Residenza in occasione del Festival Cosmonauti a Settembre 2015.

Trailer dell’esperienza: https://youtu.be/tfKsI7rgvok


Prima apertura al pubblico: 4 Giugno 2016 - Supercinema di Tuscania (VT), residenza “Progetti per la Scena”, a cura di Vera Stasi, con interventi di Andrea Porcheddu e Silvana Barbarini.

 

MEDEA – Sintesi per quattro respiri
Con: Isabella Careccia, Silvia Cuccovillo, Federico Gobbi, Domenico Piscopo e Tita Tummillo
Costumi: Silvia Cramarossa - Durata: 60’
Allestimento, ricerca sonora e regia: Andrea Cramarossa

 

Rassegna stampa:

La “Medea” di Andrea Cramarossa: un’ipergeometria delle relazioni.

Fabiana Mercadante // Incroci - semestrale di letteratura



© Teatro delle Bambole
© Teatro delle Bambole

Terzo Studio sul Silenzio
LA NEVE CADE SU TUTTE LE ROSE

Soliloquio sull’autismo

Francesco, il protagonista, è un ragazzo di 20 anni, gravemente affetto da autismo. Egli è solo, silenzioso, nella sua stanza, nella gabbia. Veste i panni di personaggi della fantasia, attraverso i quali comunica le sue emozioni. Ebbene, sì! Francesco ha deciso di utilizzare il travestimento e il teatro per trasmettere al mondo altro dal suo, ciò che prova e ciò che pensa su determinati argomenti.

Soliloquio, e altro non poteva essere, dato che si parla a sé stessi in immagini e colori rarefatti. La narrazione, poetica, astratta, non difficile eppure estraniante, si forma attraverso tre quadri.

  

Col sostegno di CEA WWF Masseria Carrara, Cooperativa sociale PER.L.A., Université Grenoble Alpes (Service Culturel), Accademia Avanzi (Utrecht).

 

Debutto: Febbraio 2015 presso Buurtcentrum Sterrenzicht di Utrecht (Olanda)

 

Lo Spettacolo nella stagione 2015/2016 ha poi avuto repliche a Utrecht (Buurtcentrum De Leeuw), Grenoble (Amphidice - Université Grenoble Alpes), Trani (Spazio ON e Festival IL GIULLARE) e Tivoli (Teatro Comunale).


LA NEVE CADE SU TUTTE LE ROSE
Di e con: Andrea Cramarossa / Regia: Andrea Cramarossa / Aiuto regia: Federico Gobbi 
Costumi e scene: Silvia Cramarossa / Tecnico audio luci: Vicenzo Ardito
Durata: 60' circa.



TRAVOLTA DA UNO TSUNAMI

Spettacolo che tratta il tema del tumore al seno dalla diagnosi alla guarigione. Tratto dall'omonimo romanzo di Patrizia Rossini, edito da Adda.

La struttura è quella della Tragedia Greca. Una voce si sposta dal canto già confuso del Coro, per farsi strada dentro un canto più profondo, più buio, una voce che talvolta strilla negli abissi del proprio essere. La diagnosi di una malattia terribile, il tumore al seno e da lì, la lotta, confusa, traballante, sconcertante, per poter restare in piedi, per poter essere ancora su questa terra, assieme a tutto il mondo che esiste. La storia è spezzata in due grandi parti. La prima è fuori dal sé, è nella realtà, è un raccontare e un raccontarsi come sono andate le cose, ciò che è successo e ciò che ancora dovrà succedere. Poi, il sipario, si apre. Il Corifeo è nella irrealtà dell’operazione chirurgica: sta sognando. Nel sogno indotto dall’anestesia, tutto freme, in un continuo turbinio di immagini presenti e future e il risveglio si frammenta in piccole parti, illudendoci che il racconto presente sia ciò che sta accadendo, ma è solo la visione distorta di ciò contro cui il Corifeo dovrà fare i conti. Perché tutta questa sofferenza? Non c’è una risposta, non ci è dato di sapere… è una tragedia e come tale va affrontata, con quella luce fissa nel cuore, una luce che soltanto gli eroi hanno la forza di stringere nella propria mano e farne coraggio, battaglia, vittoria.

 

Debutto: 3 aprile 2014, Nuovo Teatro Abeliano di Bari

 

Cura della drammaturgia: Andrea Cramarossa e Patrizia Rossini.
Con Caterina Firinu e con Stella Addario, Isabella Careccia, Patrizia Labianca, Antonella Ruggiero. Muische dal vivo composte ed eseguite da Marco Malasomma. Voce cantata di Chiara Liuzzi. Performing coach Donatella Tummillo.
Regia di Andrea Cramarossa.



Foto: Andrea Casini
Foto: Andrea Casini

KAFKA NEL REGNO DEI CIELI

Lo spettacolo è un monologo di narrazione surreale, dove la vita e la biografia di Kafka si sposano e si mescolano ai suoi stessi racconti.
È diviso in tre parti; ognuna è la rappresentazione prima del padre, poi della madre  e infine dello spirito santo.

I personaggi monologanti sono rappresentati sottoforma di animali antropomorfizzati: un uomo con testa di mostro per la prima parte; un uomo con la testa di maiale per la seconda parte; una donna con la testa di maiale per l’ultima parte.
Per sottolineare l’animo cupo e l’aggettivazione alla quale lo stesso nome “Kafka” è stato d’ispirazione (“kafkiano”, appunto), l’attore in scena, utilizzerà luci presenti sul palco (torce, abat-jour, candele, lumini, luci d’interno) e registratori a nastro (stile anni ’80) per la musica ed altre voci registrate, in modo da rendersi assolutamente autonomo dal punto di vista tecnico.

Presentato al Collinarea Festival 2013 e a Itineraria Festival 2013.

Scritto, diretto e interpretato da Andrea Cramarossa.



CONCERTO IN SOL MAGGIORE
PER GIARDINO D'INFANZIA

Maroel, Baptiste e Lucille, sono tre orfani rinchiusi in un orfanotrofio situato in un non luogo qualsiasi alla fine dell'800. La loro vera vita la vivono nella soffitta dello stesso stabile, di notte, quando si ritrovano per raccontarsi delle storie fantastiche, immaginarie. Loro, non sono mai stati scelti, storpi, ritardati, monche creature abbandonate. Come topi, nutrono la loro anima per sfuggire all'incendio che li devasta.
http://www.youtube.com/watch?v=PIlt8-yTyKE


Presentato al Collinarea Festival 2012.

 

Con Patrizia Labianca, Dino Parrotta, Antonella Ruggiero.
Drammaturgia e regia di Andrea Cramarossa.



Foto: Saida Volpe
Foto: Saida Volpe
Foto: Carlo Salvatori
Foto: Carlo Salvatori

Spettacoli fuori produzione:

IL TERZO UOMO
2007-2011
Spettacolo del programma di ricerca "Dalla parola al legame". Tournè nazionale. 

Scritto e diretto da Andrea Cramarossa;
con Mariangela Dragone e Claudio Ciraci.

 

 

GIMPEL TAM (OVVERO DELL'IDIOTA)
2005
Spettacolo liberamente tratto dai racconti "Gimpel l'idiota" e "Lo specchio" di Isaac B. Singer.

Diretto e interpretato da Andrea Cramarossa.