BORGES
Soggetto e Sceneggiatura: Andrea Cramarossa
Con: Searus Aynsley, Karim Orome, Toulibaly Mohamed Seba, Fousseyni Sissoko
E con Andrea Cramarossa, Caterina Firinu, Federico Gobbi, Domenico Piscopo
Suono in presa diretta: Shay Bonilla-Allard
Operatore di macchina: Bob Zane Gilbert
Supporto tecnico: Dan Linsell
Direttore della Fotografia: Michelangelo Ubi
Montaggio: Vincenzo Ardito
Segreteria di edizione: Federico Gobbi
Foto di scena: Gennaro Gargiulo
Sottotitoli: Moussa Kante, Marina Schirone
Regia: Andrea Cramarossa
Casa Madre: Teatro delle Bambole
BORGES
di Andrea Cramarossa (Italia, 2023)
“La terra è un paradiso. L’inferno è non accorgersene”. (Jorge Luis Borges).
Il cortometraggio “Borges” non è un omaggio al grande scrittore, poeta e filosofo argentino, ma una immersione in una distillata porzione del suo realismo magico, attraverso la distorsione del tempo non-tempo di un esilio forzato. All’interno di un percorso di esperienze umane e culturali con i migranti giunti nel nostro Paese dalle più svariate vie ma, molto più frequentemente, dal mare e in condizioni tutt’altro che gioiose, solitamente drammatiche e di fuga dagli orrori delle guerre, delle malattie, della povertà, dell’ingiustizia, percorso messo in campo dal gruppo di ricerca teatrale “Teatro delle Bambole”, il pensiero e la visione poetica di Borges si colloca nell’ipotetico momento di solitudine del migrante all’interno di un contesto sociale e culturale lontanissimo dal suo. Qualcosa di “magico” e di “mitologico” prende forma nella mente e nello spirito. Qualcosa che incanta l’immaginazione su aspetti consueti della realtà che, però, vengono tradotti in un proprio canto personale, intimo, per riuscire a “farsi compagnia”, per trovare consolazione, ristoro, in un vorticoso smarrimento.
Si finisce col leggere se stessi scrivendo una biografia veloce fatta di immagini e di brevi istanti di sollievo, illudendosi, in un tempo minuto, di aver poggiato il proprio piede sulla terraferma, quando, invece, si continua a galleggiare, fluttuare, nell’immensa incompiutezza esistenziale.
IL VOLO DELLA FARFALLA
Soggetto, Sceneggiatura e Regia:
Andrea Cramarossa
Elaborazione Storyboard: Federico Gobbi
Montaggio: Vincenzo Ardito
IL VOLO DELLA FARFALLA
di Andrea Cramarossa (Italia, 2019)
Una scuola di una città. Un luogo vocato all’incubazione dei futuri cittadini, delle persone che popoleranno e vivranno quella terra, quel territorio, questo mondo.
La scuola vive e pulsa di vita riflessa, in un certo senso “contiene”, racchiude in sé anime e corpi preziosamente celati in forme uniche e così diverse tra
loro. Dal rispetto delle diversità individuali, prendono coscienza le sembianze d’un futuro che spia da dietro le porte del presente.
Che persona sarò?
Che mestiere farò?
Come vivrò?
Quante domande in attesa di risposte…
Ma c’è tempo. Tempo per prepararsi al viaggio più importante: la vita. Ecco, in un giorno un po’ uggioso di Dicembre, i ragazzi e le ragazze della scuola, si preparano a conoscere e a sperimentare tutto ciò che l’idea del viaggio porta in sé, specialmente l’incontro, un po’ atteso e un po’ agognato, con l’altro da sé.
Finalista alla XXI Edizione del "Sottodiciotto Film Festival e Campus" di Torino (4/8 Dicembre 2020).
THE NIGHT WE MET
Con: Isabella Careccia, Silvia Cuccovillo, Federico Gobbi, Domenico Piscopo, Pouline Derbier e con l’amichevole partecipazione di Maria Panza.
Montaggio:
Anna Giulia D’Onghia
Sottotitoli: Inga J. Sempel.
Scritto e diretto da:
Andrea Cramarossa
THE NIGHT WE MET
Trilogia dello specchio - III Atto
di Andrea Cramarossa (Italia, 2017)
Due persone decidono di scomparire per sempre, all’improvviso, senza lasciare alcuna traccia di sé. L’istante fatale – la loro volontà – che non li fa più esistere. Le ragioni possono essere le più disparate: sono state rapite; sono fuggite; sono decedute; sono nascoste. Nessuno conosce la vera ragione della loro sparizione. L’attimo, il secondo che separa il corpo tangibile dal vuoto assoluto, può avere lo stesso tempo dell’eternità e, questo tempo, si indurisce, pietrifica, come un callo si fossilizza nel ricordo delle persone conosciute e ancora presenti. Oppure si concretizza negli spasimi della terra, che tutto inghiotte e tutto tiene a sé; o, ancora, diviene un deja vu, laddove il ricordo squarcia il silenzio ravvivato da un esempio concreto e inaspettato.
Fabrizio e Anna, questi i nomi delle persone misteriosamente scomparse e mai ritrovate. Esse, Sembra che esse esprimano la volontà d’un delirio, logorante e insaziabile, sortito da uno sfasamento con il procedere della realtà e dalla impossibilità di riconoscere tutto ciò che li circonda come reale, dimenticando i nomi delle cose esistenti, in una vertigine obliqua che corrode implacabilmente i loro confini corporali.
Riconoscimenti:
"Los Angeles Festival Award", Los Angeles (USA):
Menzione Speciale;
"Oniros", Aosta (Italy): Menzione Speciale;
"The Week Filmaker", Belgio: Menzione Speciale;
"Festival del Cinema di Taranto", Taranto (Italy):
Selezione Finale;
"Indipendent Film Maker of New York", New York (USA): Menzione d'Onore.
Terzo classificato a The Next Generation Short Film Festival 2017
con la seguente motivazione: "The Night We Met è la storia di una sparizione improvvisa di due persone, che decidono di non lasciare alcuna traccia di sé. Il lavoro si interroga sulla maschera e sull'identità “liquida” dei protagonisti, e sulla scintilla che li investe, quell'attimo decisivo in cui il corpo tangibile si separa dal vuoto assoluto; un tempo che può avere lo status di eternità, o si indurisce, pietrifica, come un callo si fossilizza nel ricordo delle persone conosciute e ancora presenti. Il corto esprime poeticamente e con metafore estreme (e al tempo stesso delicate) il delirio forse solo sognato e uno sfasamento dalla realtà che corrode per sempre la materia. O per sempre la conserva."
Al di sopra delle nuvole
di Andrea Cramarossa (Italia, 2014)
Cortometraggio realizzato nell'ambito di un Progetto Nazionale per l’inclusione l’integrazione dei bambini Rom, Sinti e Caminanti finanziato dall'Assessorato al Welfare del Comune di Bari e promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Io Volo
di Andrea Cramarossa (Italia, 2013)
Cortometraggio autobiografico, breve ma intenso, tra narrazione e videoarte, "Io Volo" scorre la vita ed i passaggi di Cristina, le sue mutazioni e le sue trasformazioni per potersi riconoscere ed essere se stessa e reclamare la propria identità ad una società sorda che la ignora e che non la rispetta.
Io volo perché è uno dei desideri più antichi dell’uomo: volare. Si può desiderare di volare anche per andar via, lontano, forse, fuggire, perché no?, e, forse, per mai tornare indietro. Il volo è come un salto, spesso, può essere una liberazione, una migrazione verso la Libertà e il suo miraggio. Volare per sentir meno il peso del vivere e quando sono gli altri a farti pesare la tua stessa esistenza, ecco che smetti di esistere. E fai di tutto, sbatti le porte, gridi, rompi i vetri, purché si accorgano di te e allora cominci a pregare, quel cielo dove tutti sono liberi e dove tutti volano, leggeri, e supplichi l’Amore di manifestarsi e benedici la Madonna che ti protegge di poggiare la sua mano su quell’Amore che prima o poi sai che arriverà.
L'ACQUA DI MARCO
Scritto e diretto da Andrea Cramarossa.
Con: Roberto De Chirico e Patrizia Labianca.
E con Giulio Bufo, Francesco Casareale, Andrea Cramarossa, Giovanni Dicandia, Danilo Giuva.
Operatore alla macchina: Vincenzo Ardito.
Fotografia: Sara Rinaldi.
Costumi: Silvia Cramarossa.
Montaggio: Vincenzo Ardito.
Audio post produzione: Corrado Riccomini.
Maschere: Luigia Bressan.
Sottotitoli: Inga J Sempel.
Produzione: Teatro delle Bambole.
L'Acqua di Marco
Trilogia
dello specchio - II Atto
di Andrea Cramarossa (Italia, 2013)
Cosa succede al nostro corpo e alla nostra anima quando veniamo abbandonati? La storia d’amore di Marco viene interrotta bruscamente con un “io non ti amo più”. Il corpo svanisce, la mente si incrina, le mani tremano, l'anima smarrita non trova più pace. Il cortometraggio indaga in 12 minuti sul senso dell'attaccamento, sulle parole frantumate che in passato hanno saldato quel rapporto d'amore ormai finito per sempre.
Un dì all'azzurro spazio
Scritto e diretto da: Andrea Cramarossa.
Con: Silvia Ferretti, Francesco Martino, Giuseppe Schisano.
Montaggio: Antonio Argenti.
Produzione: Verderame, Teatro delle Bambole, Biennale dell'Attore.
Un dì all'azzurro spazio
Trilogia dello specchio - I Atto
di Andrea Cramarossa (Italia,
2010)
Eccolo.
Aspetta che respiri ancora per un attimo
Per dirmi che non sia finita qua
Per dirmi che sia fatto e compiuto
Perché soffi
Sempre più pesantemente
Sulla stupidità
Sulla aridità
Sul niente.
Sarò responsabile di tutto questo silenzio.